23 Febbraio 2023
Giovedì dopo le Ceneri – 23 Febbraio 2023
Liturgia della Parola (Dt 30, 15-20;Sal 1;)
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Riflettiamo insieme
Una istintiva lettura di questo brano ci spinge ad identificare la croce di cui parla Gesù con la sofferenza, ma in realtà siamo invitati a concentrarci sul tema della testimonianza. Volendo infatti usare un’immagine moderna, in quanto strumento di morte, la “croce” di cui Egli parla potrebbe oggigiorno essere sinonimo di sedia elettrica o plotone di esecuzione. L’esempio ovviamente ha il mero scopo di far luce sulle intenzioni di Gesù, perché l’invito del Vangelo ci interpella sulla disponibilità ad accettare l’ignominia, il rifiuto e la – figurata o reale – “condanna a morte” in nome della testimonianza evangelica.
Sant’Agostino scrisse che “La ricompensa dell’amante è l’amato”: poche parole, ma capaci di ricordarci che il vero cristiano, ossia colui che prende la sua croce ogni giorno e Lo segue, ha come ricompensa Lui stesso e non è in cerca d’altro. Dovendo scegliere, preferiremmo onori e glorie o la (vera) comunione con persona amata? Per chi ama veramente, non vi è che una risposta.
Preghiamo insieme
O Dio, ti prego con le parole di san Tommaso d’Aquino che alla domanda di Gesù sul cosa desiderasse, rispose “Nient’altro che Te, Signore”. Donami di adorarTi come a Te piace! Amen.