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24 Marzo 2023

Giovedì IV Settimana di Quaresima – 23 Marzo 2023

Liturgia della Parola (Es 32, 7-14; Sal 105 (104))

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5, 31-47)

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:

«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.

Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.

Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.

E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.

Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.

Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?

Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Riflettiamo insieme

La sicurezza religiosa di chi ha Dio in tasca, di chi crede di conoscerlo perfettamente, e la causa della cecità dei giudei ai quali Gesù rimprovera di scrutare le Scritture a vuoto, di guardare senza vedere.

Quest’atteggiamento tenta di annullare la distanza fra la creatura e il Creatore, tra il salvato e il Salvatore. Dio è infinitamente oltre la nostra possibilità di comprensione. Mentre in Gesù svela il suo volto di Padre, lo rivela nello scandalo della Croce. Ci è chiesta come lente attraverso la quale entrare in relazione con Lui.

Preghiamo insieme

Signore, salvami dalla pretesa di sapere, liberami dalla protervia di “possederti”, Tu che ti lasci possedere solo dall’amore degli umili. Amen.

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