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11 Marzo 2023

Sabato della II Settimana  di Quaresima – 11 Marzo 2023

Liturgia della Parola (Mi 7, 14-15.18-20; Sal 102 (103))

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15, 1-3.11-32)

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: 

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 

Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 

Allora ritornò in sé e disse: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati. 

Si alzò e tornò da suo padre. 

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 

Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 

Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Riflettiamo insieme

Pare che tutti abbiamo da rimproverare qualcosa a Cristo. Lo consideriamo o troppo duro o troppo indulgente, troppo autoritario oppure poco presente. Anche i farisei trovano in lui qualcosa che non va loro giù: “accoglie i peccatori e mangia con loro”. Questo è il grande paradosso dell’uomo: bisognoso di essere salvato dal peccato e dalla morte, si ostina a non considerare che Dio possa essere incredibilmente vicino per farlo.

Gesù risponde con una meravigliosa parabola piena di contrasti: tristezza e gioia, fame e banchetto, festa e rancore, morte e vita. Contrasti che si trasformano in una realtà unitaria e unita che possiamo chiamare comunione. La quaresima, appunto, è il tempo favorevole per la conversione che non è altro che presentarci a Dio con la nostra miseria e sentire il fuoco del suo abbraccio, mettersi a mangiare con lui, osare mangiarlo: fare comunione.

Pare che tutti abbiamo da rinfacciare qualcosa a Cristo. Egli, incurante delle critiche che gli si muovono, ma preoccupato per la nostra felicità, va per la propria strada, quella della misericordia che unisce l’uomo al suo Dio Padre, anzi al suo Dio Papà.

Preghiamo insieme

Signore Gesù, nella tristezza del mio peccato e nella rabbia della mia sconfitta, donami di sperimentare la tua pace e la gioia riservata al figlio ritrovato, donami di sentirmi amato. Amen.

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