10 Marzo 2023
Venerdì della II Settimana di Quaresima – 10 Marzo 2023
Liturgia della Parola (Gen 37, 3-4.12-13a.17b-28; Sal 104 (105))
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21, 33-43.45-46)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Riflettiamo insieme
La fine dei contadini menzionata nel Vangelo di oggi non indica la “ripicca” che Dio può nutrire nei confronti di chi non Lo ascolta, bensì la naturale conseguenza del rifiuto del Suo amore. Il cristiano infatti sa che l’amore di Dio non è “uno tra i tanti”, ma è esso stesso l’amore vero e, per questa ragione, con la vita vera. Ecco perché il rigettarlo ci conduce alla morte.
Poniamoci prima di tutto questa domanda: lo amiamo perché abbiamo bisogno di Lui, oppure – com’è degno del vero amore – abbiamo bisogno di Lui perché lo amiamo?
E’ facile infatti ingannarci nel credere di amare il Signore, perseverando in questo abbaglio!
Questa pagina evangelica, allora, oltre al ricordarci che il Padre ci ha amati a tal punto da mandare il proprio Figlio Unigenito (ci siamo forse abituati a questa verità inaudita?), ci ricordi che non tutto ciò che chiamiamo “amore” è veramente tale. Perché disse bene sant’Agostino: “ogni amore o ascende o discende; (…) [perché] se è cattivo precipitiamo nell’abisso…”.
Preghiamo insieme
“Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, perché grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi!” (Sal 86,12-13).